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Itinerari del Lazio / Travel

Il Museo delle navi romane: storia e leggenda delle navi di Caligola

A pochi passi dal suggestivo lago di Nemi è possibile visitare il Museo delle Navi Romane, la cui costruzione è legata al mito delle magnifiche navi dell’Imperatore Caligola. Storia di una leggenda restituita, per breve tempo, alla realtà.

L’Imperatore Caligola e la leggenda delle navi imperiali


Il lago di Nemi 
di John Robert Cozens, matita e acquarello, 1777 circa

A partire dal I secolo d. C. e per tutto il Medioevo, le voci dell’esistenza di due navi imperiali ricche di tesori inestimabili immerse sul fondo del lago alimentarono i racconti dei pescatori e degli abitanti di Nemi. In realtà, quella che per secoli fu giudicata una semplice leggenda non era molto lontana dalla realtà: nelle profondità del lago giacevano davvero due splendide navi appartenute all’imperatore Caligola.

Le navi, lunghe 70 metri e larghe più di 25, un vero capolavoro dell’ingegneria, erano state sede di riti sacri e, all’occorrenza, avevano simulato vere e proprie battaglie navali. Le fonti dell’epoca raccontano di due maestosi palazzi galleggianti, unici e sfarzosi, arricchiti da statue e colonne decorate in oro e da ogni ricchezza immaginabile, costruite ed esibite proprio sul lago di Nemi per mostrare al mondo il potere di Caligola.

Sfortunatamente le navi subirono l’influenza delle stravaganze dell’Imperatore: alla sua morte, nel 41 d.C., il Senato di Roma, di cui Caligola fu acerrimo nemico, cancellò il suo ricordo distruggendo ogni statua e oggetto che lo rappresentasse. Anche le splendide navi subirono la stessa fine: furono fatte affondare sul fondo del lago, consegnando il loro sfarzo alla leggenda.

Di fatto, la damnatio memoriae segnò la fine delle splendide navi eppure, nello stesso tempo, ne rappresentò la migliore tutela: per secoli, il fango protesse le navi dalla rovina restituendole, secoli dopo, quasi intatte insieme alle loro ricchezze.

Per uno strano scherzo del destino, fu proprio il loro recupero a decretarne la fine.


Le navi e i tentativi di recupero

Il primo tentativo di recupero delle navi di Caligola fu fortemente voluto dal Cardinale Prospero Colonna soltanto nella seconda metà del XV secolo. Il compito fu affidato a Leon Battista Alberti che si servì di una grande zattera e di nuotatori genovesi.

Per secoli, per una serie di coincidenze sfortunate, tutti i tentativi di recupero caddero nel vuoto: le navi erano imponenti e il fondo del lago molto profondo. In aggiunta, furono ripetutamente saccheggiate dei pezzi di maggior valore. Tutti i reperti che, poco per volta, riaffiorarono dalle acque, confermarono l’utilizzo del lago a sede di riti sacri e a battaglie navali simulate.

Fu il governo Mussolini, a partire dal 1926 e per i successivi 5 anni, a far riaffiorare le navi dopo secoli decretandone, per uno strano scherzo del destino, la loro fine. Come riuscirono a farle riemergere? Nella maniera probabilmente più semplice e complessa allo stesso tempo: abbassando il livello del lago per mezzo di idrovore.

L’incendio del 1944

Paradossalmente, il recupero delle navi di Caligola dal fondo del lago segnò la loro fine. Il 31 Maggio 1944 le navi furono incendiate dalle truppe tedesche stanziate intorno al Museo. Accerchiati dai bombardamenti degli alleati, prima di ritirarsi diedero fuoco a entrambe le navi distruggendole completamente.

Il Museo delle Navi Romane Oggi e la leggenda della terza nave

Costruito tra il 1933 e il 1939 e tutt’oggi ancora operativo, Il Museo delle Navi romane ha una particolarità che lo rende unico: è la prima struttura al mondo costruita e condizionata in funzione del suo prezioso contenuto: le navi di Caligola.

Oggi le navi sono state sostituite da due copie in scala ridotta (1:5) ma il Museo ospita preziose statute appartenute al Santuario di Diana Aricina e oggetti preziosi scampati all’incendio.

Busto in marmo bianco lunense del teatro del santuario di Diana Aricina

Il Museo è attraversato da un’antica strada romana del Tempio di Diana Aricina: di fatto sorge proprio sulle sue rovine.

Oggi il Museo ha perso il suo contenuto più prezioso, le navi, ragione stessa della sua costruzione, eppure i numerosi reperti archeologici scampati all’incendio testimoniano la maestosità dell’Impero Romano: in fondo, a loro modo, le straordinarie navi di Caligola sono tornate ad essere leggenda, anche se questa volta nessuno potrà più restituirle alla realtà.

Eppure non tutto è perduto, perché ogni leggenda che si rispetti non ha mai una vera fine. Si parla di una terza nave romana, ancora più grande e mai ritrovata perché nascosta sotto il livello del lago quando questo fu svuotato dalle idrovore. Il progetto di Caligola prevedeva una nave, una sorta di tempio di Iside disposto a sud del tempio di Diana che, nella sua fervida fantasia, avrebbe dovuto fungere da porta di collegamento verso un altro mondo. Il lago di Nemi ha ancora i suoi segreti.

Antica strada romana del Tempio di Diana all’interno del Museo

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12 Comments

  • Paola
    Marzo 19, 2019 at 9:41 am

    Non conoscevo la storia delle navi di Caligola, è un peccato che siano andate perse in questo modo

    Reply
  • Samanta
    Marzo 19, 2019 at 11:47 am

    Una storia decisamente affascinante, quella delle navi di Caligola! Per una patita di storia come me, insomma, sarebbe proprio il museo ideale!

    Reply
  • anna di
    Marzo 20, 2019 at 2:32 am

    Che bella storia, non conoscevo questa storia di Caligola e delle sue navi. Molto affascinante, come lo è questo museo.

    Reply
  • Lucy
    Marzo 20, 2019 at 6:01 am

    Che storia assurda, fantastico! Una mia conoscente si e’ occupata a lungo di scavi sul Lago di Nemi, e mi diceva che effettivamente in tutta la zona vengono fuori cose interessantissime. Ci sono ancora missioni, magari un domani viene fuori qualcosa di altrettanto iconico 🙂

    Reply
  • Giulia
    Marzo 20, 2019 at 3:41 pm

    Che figata non conoscevo ne il lago Nemi ne il museo con queste navi. Mi piacerebbe un giorno poterlo visitarlo

    Reply
  • Giovy Malfiori
    Marzo 21, 2019 at 6:48 am

    Io adoro i musei legati all’antica Roma. Se mai ti capitasse di fare un giro a Comacchio, visita il Museo del Delta Antico.

    Reply
  • Dany M
    Marzo 21, 2019 at 8:16 am

    Interessante storia e museo! Buffo il fatto che ci fossero dei nuotatori genovesi :-)!! Mi fa sorridere, c’è sempre un po’ di GENOVA ovunque ahahaha

    Reply
  • Dani
    Marzo 21, 2019 at 8:36 am

    Un bellissimo spaccato di storia antica, con Caligola e le sue navi… sembra un museo davvero interessante!

    Reply
  • Ale Carini
    Aprile 2, 2019 at 12:33 pm

    Non conoscevo la storia di queste navi ed il tuo racconto è pazzesco! Un bellissimo spaccato di storia.
    E’ interessante scoprire giorno dopo giorno sempre cose nuove ed interessanti e mi accorgo di quante bellezze e storie nasconde la nostra terra, che meriterebbero tutte di essere scoperte e approfondite!

    Reply
  • Valeria
    Aprile 3, 2019 at 6:02 am

    Sono andata a cercare le foto d’epoca delle navi di Caligola. Erano davvero impressionanti per grandezza e stato di conservazione nonostante il tempo e le spoliazioni. Che peccato che in tesoro così sia andato irrimediabilmente perduto per mano umana!

    Reply
  • Giovy
    Maggio 2, 2019 at 5:42 am

    Ho ripassato un po’ di storia di Caligola recentemente e credo che questo museo possa fare per me. Se ti capita di fare un giro più a nord, vai a vedere il museo del Delta Antico a Comacchio. Lì ci sono i resti di un’altra grande nave romana.

    Reply
    • Francesca
      Maggio 2, 2019 at 8:04 am

      Davvero? Mi informo subito, grazie Giovy!

      Reply

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